
Gli italiani sono la popolazione europea che maggiormente si sottopone al controllo degli esami del sangue, anche quando non vi è alcuna necessità.
In effetti, solo alcuni esami diagnostici, come il Pap Test e la Mammografia per le donne, e il controllo della prostata per gli uomini, andrebbero eseguiti di routine almeno una volta all’anno.
Tutti gli altri esami, se non è presente una patologia conclamata, che richiede un controllo periodico, andrebbero prescritti dal medico curante in caso di effettiva necessità o per valutare lo stato di salute del paziente.
Allo stato attuale, con l’avvento di internet, se accusiamo un disturbo, corriamo a collegarci per cercare di capire da quale grave malattia siamo afflitti.
Siamo diventati tuttologi. Di volta in volta, siamo specialisti in dermatologia, in medicina, in psichiatria. Dispensiamo consigli e diagnosi a parenti e amici.
Nulla di più pericoloso.
Se, da un lato, cercare di capire qualcosa di più sul funzionamento di questa meravigliosa e perfetta macchina, che è il corpo umano, è importante, d’altra parte, occorre fare sempre riferimento al proprio medico per farsi prescrivere gli esami e leggere le analisi.
Il problema nasce nel momento in cui ci consegnano i referti con i risultati delle analisi.
Come leggere il referto degli esami del sangue?
Innanzitutto occorre distinguere tra esami di routine, da esami specifici per determinate patologie.
Per valutare lo stato di salute di un paziente, il medico curante, generalmente, prescrive le analisi di routine che si possono riassumere in:
– Emocromo con Formula Leucocitaria e Piastrine;
– Azotemia;
– Glicemia;
– Colesterolo;
– Transaminasi;
– Esame delle Urine.
Ma cosa evidenziano questi esami? E cosa occorre fare per effettuare il prelievo?
Il sangue viene generalmente prelevato dalla “vena basilica” che è quella che si trova nell’incavo del braccio. Per facilitare l’afflusso di sangue, si stringe a monte della vena, un laccio emostatico. Ciò permette di visualizzare bene la vena, evitando più punture.
Non tutte le analisi richiedono lo stato di digiuno, ma se si devono fare più esami, è buona norma restare digiuni dalla mezzanotte del giorno precedente al prelievo.
Andiamo adesso ad analizzare e spiegare cosa si può evincere da ogni singolo esame e cosa vogliono dire le sigle delle analisi del sangue.
Emocromo con formula leucocitaria e piastrine
Dall’Emocromo si evidenziano eventuali stati anemici o infettivi.
È composto da:
– Globuli rossi o eritrociti (la sigla che leggerete è RBC, dall’inglese Red Blood Cells);
– Emoglobina (HB);
– Ematocrito (HT);
– MCV (volume medio dei globuli rossi);
– RDW (modifica del volume dei globuli rossi);
– Globuli bianchi o leucociti (WBC cioè White Blood Cells);
– Piastrine (PTL, dall’inglese Platelets).
I Globuli rossi vengono prodotti nel midollo osseo. Il loro compito è quello di trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti e l’anidride carbonica dai tessuti verso i polmoni al fine di essere eliminata con l’atto dell’espirazione. Questa importante funzione è resa possibile dall’Emoglobina contenuta nei globuli. I globuli rossi hanno una vita media di circa 120 giorni. Dopo di che vengono distrutti nella milza. Da questo processo il nostro organismo ricava il ferro e l’emoglobina.
In una persona adulta e sana, i valori che rientrano nella norma sono:
– Globuli Rossi o Eritrociti (RBC): da 4.000.000 a 6.000.000 per millimetro cubo di sangue;
– Emoglobina (HB): da 11 a 17 grammi per decilitro di sangue.
Quando questi valori sono inferiori a quelli che sono i range di riferimento, si può sospettare uno stato anemico.
Ovviamente, questi valori, da soli, non sono significativi di patologia e occorre che siano sempre valutati dal medico.
L’Emoglobina (HB) è la proteina presente negli eritrociti e svolge il compito di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo.
I valori normali di Emoglobina variano a seconda dell’età e del sesso.
Nelle donne si possono riscontrare valori più bassi, soprattutto in concomitanza con il ciclo mestruale.
Anche l’età gioca il suo ruolo nel determinare i valori normali.
Per esempio, in un neonato si possono avere valori normali da 13 a 24 grammi per decilitro di sangue (g/dl), mentre in un bambino di 1 o 2 anni si possono riscontrare valori da 9 a 14 g/dl.
Questi range di riferimento possono variare leggermente da un laboratorio a un altro, in base alla metodica utilizzata, anche se generalmente sono variazioni di poco conto poiché rispondono tutti a protocolli internazionali per l’individuazione di eventuali patologie.
Ematocrito (HT): da questo esame si evince il valore medio, in percentuale, del volume dei globuli rossi rispetto al plasma (la parte liquida del sangue).
In una scala da 1 a 100, si deduce che il plasma occupa il 55 % del sangue, i globuli rossi il 45%, mentre il restante 10% è rappresentato dai globuli bianchi.
I valori normali dell’ematocrito variano in base al sesso e all’età.
Nell’uomo adulto il range normale va dal 39% al 50%.
Nella donna i valori che si riscontrano vanno dal 35% al 45%.
Nei neonati dal 42% al 60%;
Nell’adolescente dal 38% al 48%.
Ovviamente, questi valori sono del tutto indicativi, e devono essere sempre messi a confronto con gli altri parametri che compongono l’Emocromo.
MCV è il volume corpuscolare medio che misura la grandezza dei globuli rossi.
RDW è uno dei parametri che misura eventuali variazioni nella dimensione o nel volume dei globuli rossi. Gli eritrociti hanno normalmente una dimensione di 6 -8 micrometri di diametro, se sono più grandi, si ha un incremento nel valore del RDW.
I valori normali sono compresi tra il 12% e il 16%.
Questi due parametri se sono più alti dei range di riferimento, possono indicare anomalie della serie rossa (Emoglobina e Globuli rossi). In particolare un’anemia macrocitica. Se sono più bassi, un’anemia microcitica.
Tra queste la più comune è la Talassemia, detta anche Anemia Mediterranea.
Come leggere la formula leucocitaria nelle analisi del sangue
I Globuli bianchi o leucociti sono cellule del sistema immunitario prodotte dal midollo osseo. Sono presenti in tutto l’organismo, in particolare nel sangue e nel sistema linfatico. Si attivano e si evidenziano valori elevati in presenza di agenti patogeni come virus, batteri, corpi estranei che possono provocare infezioni. In effetti, possiamo immaginare i leucociti come un piccolo esercito che entra in campo per combattere il nemico rappresentato dalle infezioni.
I valori normali dei Globuli bianchi sono compresi tra 4.000 e 10.000 per millimetro cubo di sangue.
Il valore dei leucociti non può prescindere dalla conta della Formula Leucocitaria, che si compone in granulociti neutrofili, eosinofili e basofili e leucociti non granulari, identificati come linfociti e monociti.
Di solito, la formula leucocitaria è espressa in percentuale, la cui somma deve dare cento.
Si presenta generalmente in quest’ordine:
• neutrofili,
• eosinofili,
• basofili,
• linfociti,
• monociti.
Nel conteggio dei leucociti, i neutrofili costituiscono la maggioranza. Il loro valore può andare dal 40% al 75%.
Un aumento dei neutrofili rispetto a questo range di riferimento, può fare sospettare un’infezione batterica acuta. Il loro compito, come quello di tutti i leucociti, è di difesa da batteri e virus.
Gli eosinofili, i cui valori normali sono compresi da 1% al 4%, se presentano un incremento notevole, (esempio: 10 -11%) di solito indicano la presenza di allergie, patologie dermatologiche, infezioni da parassiti o batteriche.
I basofili, valori normali fra 0% e 2% hanno il compito di assorbire e quindi combattere la prolificazione di batteri o corpi estranei. A differenza degli altri leucociti, in presenza di infezioni non aumentano di valore, mentre possono alterarsi in alcune forme di reazioni allergiche, di infezioni virali come l’herpes e in caso di leucemia mieloide cronica.
I linfociti si manifestano con valori che vanno dal 20% al 40% di tutti i leucociti. Sono il motore portante del sistema immunitario che, attivandosi, distrugge le cellule batteriche o quelle estranee all’organismo.
Nell’adulto, l’aumento dei linfociti (linfocitosi), può essere determinato da infezioni batteriche (Tubercolosi, Brucellosi) o virali (Epatite, Mononucleosi, ecc), dal Diabete Mellito, da patologie ematologiche come la Talassemia, o neoplasie del sangue.
Nei bambini fino ai 5 anni, un aumento dei linfociti rispetto agli altri leucociti non è considerato patologico.
I monociti, i cui valori variano dal 3,4% al 9%, derivano dai monoblasti, prodotti nel midollo osseo. La loro funzione principale è quella di fagocitare ed eliminare frammenti cellulari o cellule morte.
Un aumento esponenziale dei monociti è un campanello d’allarme per alcune malattie infettive, per patologie autoimmuni come il Morbo di Crohn, il Lupus eritematoso, per neoplasie ematologiche (Malattia di Hodgkin, Linfomi, Anemia Tra gli elementi del sangue, che si sviluppano nel midollo osseo, insieme ai globuli rossi e ai globuli bianchi, troviamo le piastrine o trombociti.
Piastrine: valori di riferimento
Le Piastrine, dette anche Trombociti (PTL) sono piccoli elementi corpuscolati indispensabili per la corretta coagulazione del sangue. In caso di un taglio, di una ferita, di piccole o anche imponenti emorragie questi piccoli elementi si aggregano tra loro, con un fenomeno chiamato di adesione al vaso sanguigno danneggiato, allo scopo di creare una barriera alla fuoriuscita del sangue. Le piastrine sono anche importanti nella formazione della tromboplastina, che è il fattore determinante nella coagulazione del sangue.
I valori normali delle piastrine variano dalle 200.000 alle 400.000 per millimetri di sangue.
Quando si hanno bassi valori di piastrine, si parla di piastrinopenia o trombocitopenia. Questo può verificarsi se per qualche motivo, il midollo osseo non produce abbastanza piastrine.
La trombocitopenia può essere causata da:
– Infezioni virali, come Epatite C, HIV, Varicella;
– Cirrosi epatica;
– Leucemia;
– Infezioni batteriche acute;
– Malattie autoimmuni come il Lupus eritematoso sistemico, l’Artrite reumatoide.
Si parla di piastrinopenia nel caso in cui i valori sono inferiori a 150.000.
Vi sono anche farmaci che interferiscono con la produzione di piastrine, o con la loro distruzione. In particolare gli anticoagulanti e gli anticonvulsivi.