Mamme in crisi: a chi lasciare i figli quando finisce la scuola?

studente felice

Sta arrivando l’estate. E con  l’estate si chiudono le scuole. Aiuto! A chi si lasciano i figli?

Felicità e liberazione per studenti di ogni fascia d’età. Sudori freddi per le mamme lavoratrici.

In classe c’è fermento, gli insegnanti rassegnati non provano neanche più a fare tacere i loro alunni. Dalle finestre aperte, giunge forte l’odore dell’estate e il sapore della libertà. Ecco il suono della campanella. Il chiasso diventa assordante, libri volano per aria, e una fiumana di ragazzi si riversa fuori dalle aule. Si ride, si scherza, ci si saluta. Basta con il grigiore delle lunghe mattinate a studiare Dante e tabelline.

Fuori c’è la vita che aspetta.

E fuori ci sono anche le mamme. Mamme che lavorano e che da domani dovranno organizzare le loro giornate in maniera tale da fare coincidere lavoro, casa, necessità dei figli.

O.K. PANICO.

Siete autorizzate a sentirvi prendere dall’ansia. Ma non per più di dieci minuti.

D’altra parte lo sapevate. Sono mesi che ci pensate, e quindi sforzatevi di accogliere quel ciclone che sta per sconvolgere tutta la vostra routine con un sorriso.

Avete sicuramente elaborato dei piani, avete pensato a mille soluzioni. Ma la domanda è sempre la stessa:

A chi lascio i figli quando sono al lavoro?

Piano A: Nonni.

Sono da sempre la risorsa migliore, la più sicura. Voi sapete in quali mani lasciate i vostri pargoli, i bambini non perdono il calore famigliare e i nonni sono felici di sentirsi utili.
STOP! Un momento.  Le nonne di oggi non sono le stesse di un tempo. Si sono evolute, hanno tutte lo smartphone, sono fedeli seguaci di Facebook e di Twitter. E vuoi togliere loro il pomeriggio del Burraco? La mattinata in palestra per eliminare i chili di troppo e la cellulite? La seduta dall’estetista per ridurre le rughe e avere un look perfetto? Le lezioni di tango?

E poi, diciamocela tutta. I bambini si annoiano a stare tutto il giorno con i nonni.

Anche i bambini non sono più quelli di una volta.

Quindi, nonni sì. Ma con moderazione. Possiamo chiedergli di accompagnare i nostri figli al parco, al mare o in piscina, ma non possiamo pretendere che si sostituiscano a noi in tutto e per tutto.

Piano B:  Baby Sitter. Ma non tutti possono permettersi questa spesa.

Piano C: Ci sono ancora parrocchie che organizzano corsi estivi per i ragazzi. E non è necessario essere assidui frequentatori della chiesa. I bambini di ogni etnia e religione sono sempre ben accetti.

Piano D: Campi Estivi. Ce ne sono di ben organizzati e per tutte le tasche. Il problema è che durano quindici giorni, al massimo un mese. E poi?

Piano E: E come eccezionale! Perché non ci abbiamo pensato prima? S.O.S. MAMME NON LAVORATRICI. A turno, ogni mamma si fa carico di quattro, cinque ragazzi, possibilmente coetanei e li accompagna o li ospita a casa sua. Le troveremo queste impavidi madri pronte a confrontarsi non con uno, ma con quattro o cinque ragazzi scatenati?

Care mamme, da qualsiasi ottica lo guardiate, il problema esiste. Il mondo cambia. Se lavorate è perché in casa c’è bisogno del vostro stipendio, oppure perché il lavoro vi fa sentire realizzate come donne e non solo come madri. E la strada, i cortili non sono più sicuri come un tempo, quando per un bambino vacanza significava il mare sotto casa, o il parco cittadino o le corse in bicicletta.

Allora, in attesa di quei sospirati giorni di ferie che vi permetteranno di non dovere dipendere da nessuno, di non dovere chiedere favori a nessuno, mettetevi l’anima in pace e affrontate questa ennesima sfida. Qualsiasi opzione riuscirete a trovare sarà giusta, perché voi sapete meglio di qualsiasi altro cosa è meglio per i vostri figli.

Essere mamme significa anche questo.

E non dimentichiamo, che prima o poi, Settembre torna . E le scuole riapriranno

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