Il Calendario degli esami in gravidanza

donna incinta

Trascorso il primo mese dall’assenza del ciclo, la prima cosa che avrai fatto è uno dei test che si comprano in farmacia. Esistono oggi in commercio, dei test che indicano quasi con la stessa attendibilità del “dosaggio della Beta hCG plasmatica” (Gonatropina Corionica Umana) l’esame che si effettua su siero con prelievo di sangue, l’instaurarsi della gravidanza.
Per rendere tutte queste informazioni più semplici da fruire, abbiamo riepilogato per te tutti gli esami che dovrai eseguire durante la gravidanza in un vero e proprio Calendario: troverai, divisi per settimana di gestazione, tutte le analisi e gli esami che dovrai fare, con alcune precisazioni per ognuno. In alcuni casi, troverai la dicitura “vedi specifica”: ti consigliamo di rileggere questo articolo per avere approfondimenti più precisi su quegli esami.

A questo punto, avuta la conferma di una gravidanza in atto, è necessario consultare un Ginecologo.
Il primo appuntamento dovrebbe avvenire entro le prime 10 settimane.
Vediamo allora, quali sono gli esami indispensabili da effettuare, dividendoli per settimane di gestazione, così da avere un vero e proprio calendario degli esami in gravidanza mese per mese, o meglio, settimana per settimana, e cerchiamo di capire i motivi di questi esami, cosa ci diranno dello stato di benessere di mamma e bambino.
Nel corso di questa prima visita, lo Specialista controllerà il peso e la pressione arteriosa.
In genere, questi sono i primi esami in gravidanza:
– Un esame delle urine per verificare la funzionalità renale;
– Una urinocoltura per rilevare una eventuale infezione delle vie urinarie;
– Un esame del sangue per determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh, l’eventuale presenza di anemia o di altre malattie fra cui quelle infettive (toxoplasmosi, rosolia, sifilide, HIV). A questo proposito sarebbe opportuno prendere in considerazione anche quelle infezioni alimentari che possono mettere a rischio la gravidanza, come ad esempio la Listeriosi, causata dal batterio “Listeria monocytogenes” che è associato ad aborto spontaneo e gravi patologie del neonato e la Salmonellosi una tossinfezione che può provocare una forma gastroenterica anche grave.
– Una ecografia per confermare, nei casi dubbi, l’esatta settimana di gravidanza;
– Un Pap Test, se non è stato effettuato da almeno tre anni.

Calendario degli esami in gravidanza settimana per settimana

Fra l’11° e la 14° settimana:
Si esegue un’ecografia per la misurazione della TRANSLUCENZA NUCALE (che misura lo spessore della cute a livello della nuca del feto (plica nucale) al fine di individuare il rischio della sindrome di Down e di Edwards, eventuali malformazioni cardiache, o rare malattie genetiche con un’attendibilità del 70%). Tale attendibilità aumenta fino al 90% se a questa ecografia vengono associati esami sierologici fra cui il Bi.test. Il Bi.test valuta la concentrazione di due ormoni prodotti dalla placenta free Beta hCG e PAPP-A.
Se la plica nucale del feto non risulta aumentata in maniera anomala e se questi esami del sangue sono negativi, il rischio che il bambino sia affetto dalle patologie sopra descritte, è molto basso, ma non nullo, in quanto solo un’amniocentesi o una villocentesi può escluderle al 100%. Va però ricordato che tale rischio è molto remoto, e che molto dipende dall’età del concepimento e da eventuali anamnesi familiari di anomalie cromosomiche.

Nel corso della 16 settimana e fino alla 18:
Si può effettuare un secondo prelievo ematico, tra cui il Complesso TORCH, dal quale si evince se la donna è stata o è esposta a uno o più di questi virus: T. gondii (Toxoplasmosi), virus della Rosolia (R) Cytomegalovirus (C) ed Herpes Simplex (H). Ovvero se ha o meno sviluppato anticorpi nei confronti di questi virus. Si ricercano anche altre malattie infettive che possono avere effetto sul feto come la sifilide, l’HbSAg, l’HCV. E infine esami di routine come : Emocromo, Azotemia, Glicemia, Transaminasi, Creatinemia, LDH.
PT- PTT, Fibrinogeno (per la coagulazione del sangue), PCR, Proteina C Anticoagulativa, Elettroforesi Emoglobina .
Insieme al Ginecologo, vengono commentati i risultati degli esami eseguiti ed eventuali cautele da adottare in questo periodo.

Dalla 20° alla 22° settimana:

Nel secondo trimestre, si effettua l’Ecografia Morfologica, anche detta STRUTTURALE, poiché tramite questo esame non invasivo, si effettuano le misurazioni dei vari distretti fetali (testa, addome, femore ecc.) ed i valori ottenuti vengono confrontati con delle curve di riferimento. Si può così valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese per l’epoca della gravidanza. In questo stesso periodo si visualizzano la sede di inserzione placentare, la qualità del liquido amniotico e di alcuni organi interni. Si possono cioè visualizzare oltre alle strutture già nominate, anche la vescica, i reni, lo stomaco, le strutture intracraniche e la colonna.
L’ecografia strutturale, consente di approfondire, in caso di specifiche indicazioni, anche lo studio di altre parti anatomiche (ad esempio il cuore).
La possibilità di rilevare un’anomalia dipende dalla sua dimensione, dalla posizione del feto nell’utero, dalla quantità di liquido amniotico e dallo spessore della parete addominale materna e dall’epoca della gravidanza. Può quindi accadere che alcune lesioni, anche importanti, non siano rilevate.
Il sesso del feto è evidenziabile dal quarto mese: da questo momento, la possibilità di definirlo, dipende dalla posizione del feto.

Dalla 23° alla 25° settimana:

Si prescrive un ecocardiogramma fetale.
Lo studio del cuore fetale dovrebbe essere parte integrante dell’ecografia ostetrica, anche in quelle gravide che non presentano una condizione di aumentato rischio di cardiopatia congenita.
Le Linee Guida della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia suggeriscono:
Indicazioni Materne e/o Familiari:
– Malattie ereditarie;
– Familiarità per cardiopatie, (avere cioè già avuto figli o genitori con cardiopatie congenite);
– Infezioni fetali;
– Malattie materne quali il diabete, le malattie autoimmuni, la fenilchetonuria;
– Assunzione, da parte materna, di alcuni farmaci quali litio, alcool, anticonvulsivanti, derivati della Vitamina A.
Indicazioni Fetali:
– Anomalie cromosomiche;
– Segni ecografici sospetti di cardiopatia all’osservazione del cuore fetale;
– Translucenza Nucale elevata, allo screning del 1° trimestre;
– Presenza di altre malformazioni del feto;
– Difetto precoce dell’accrescimento fetale;
– Aritmie cardiache, solo se severe e ripetute.

Tutte queste precisazioni non devono intimorire, o causare ansia. E’ solo un modo per spiegare perché si effettuano questi esami. Non dobbiamo mai dimenticare che la gravidanza è un evento fisiologico, e che queste patologie vengono riscontrate solo in una bassa percentuale di donne.

Dalla 28° alla 30° settimana:

Si ripetono tutte le misure citate precedentemente e vengono richiesti nuovamente:
– Esami del sangue per toxoplasmosi altre malattie infettive (epatite B, sifilide, HIV);
– Tampone vaginale per la ricerca dello streptococco;
– Tampone rettale per la ricerca della salmonella e shighella;
– Profilassi anti-D alle donne con fattore Rh negativo che abbiano un partner con fattore Rh positivo, (oggi si raccomanda l’immunoprofilassi di routine a 28 settimane a tutte le donne Rh negative non sensibilizzate. E non soltanto dopo il primo parto, come si è sempre fatto finora). Si tratta di una somministrazione intramuscolo di immunoglobuline anti-D del fattore Rh che bloccano la produzione di anticorpi da parte della madre. Il vantaggio è di ridurre al minimo il rischio di immunizzazione nelle primigravide.

Alla 34° settimana:

Si prescrive un’ecografia per la valutazione dell’accrescimento biometrico fetale e lo studio delle flussimetrie materno fetali.
Alla fine del 2° trimestre o all’inizio del 3° trimestre di gestazione, si esegue la cosiddetta ecografia “biometrica”. Questa indagine valuta l’adeguatezza della crescita fetale in riferimento all’età gestazionale. Tra i parametri che si vanno a controllare ricordiamo il BPD (diametro bi parietale), il LF (lunghezza del femore),la CC (circonferenza cranica),la CA (circonferenza addominale).
Oltre alla crescita fetale, viene controllata la posizione del feto (che può presentarsi di “vertice” e cioè con la testina rivolta verso il basso, di “podice” che può avere più significati, con i piedini o con le natiche rivolte verso il basso, di “trasverso” e quindi in posizione trasversale in utero); la quantità di liquido amniotico e l’inserzione della placenta.
Ma per valutare lo stato di salute intrauterino del feto, oggi la metodica più attendibile è la flussimetria fetale. Questa indagine consiste nell’analisi del flusso delle arterie ombelicali e delle arterie cerebrali medie. E’ di fondamentale importanza per escludere una qualsiasi vasocostrizione o vasodilatazione che potrebbe significare una “centralizzazione di flusso”, una condizione per cui la placenta non è in grado di ossigenare e nutrire adeguatamente il feto.
Lo scopo di tale esame è, quindi, quello di individuare tempestivamente l’insorgenza di problemi per il feto, (ipossia fetale) e di porvi rimedio intervenendo magari con un anticipazione del parto, che al giorno d’oggi non presenta più i rischi di un tempo, disponendo le strutture ospedaliere di T.I.N. (Terapia Intensiva Neonatale) perfettamente attrezzate e in grado di accogliere neonati anche di età gestazionale molto più bassa.
Infatti è in questa settimana di gravidanza che con il ginecologo si inizia a parlare, sulla base di tutti gli esami effettuati, del travaglio, del parto e delle opportunità a disposizione per affrontare il dolore, (parto analgesia).

flussimetria fetale quando farla

Immagini di una flussimetria fetale

Dalla 37° alla 40° settimana:

Sono le settimane in cui si entra nel periodo in cui potrebbero verificarsi le prime contrazioni uterine. Non sono quelle del travaglio, ma di preparazione al parto.
Si prescrivono tracciati cardiotocografici fetali settimanali.
La Cardiotocografia, conosciuta comunemente come “tracciato”, serve a registrare e quindi valutare il battito cardiaco fetale (Cardio), e l’attività contrattile uterina (Toco). E’ un’indagine di routine ma serve a valutare il benessere del feto ed eventuali contrazioni non percepite dalla madre.

tracciato fetale

L’immagine ci mostra in alto la frequenza cardiaca del feto, in basso l’attività delle contrazioni uterine.
La frequenza cardiaca di base si attesta normalmente tra i 120 e 160 battiti al minuto. Si parla di bradicardia se è inferiore a 120, e di tachicardia se è superiore ai 160 battiti al minuto.
Si controlla quindi l’aumento ponderale del peso alla fine dei nove mesi, la pressione arteriosa e si commentano i risultati degli esami strumentali e si discute dell’assistenza offerta in questa settimana e delle cautele di vita da adottarsi entrando nel merito dell’evento nascita e dando informazioni su tutti gli aspetti di fisiopatologia della riproduzione.

A 41 settimane + 3 giorni:

E’ il termine di attesa stabilito dalle Linee Guida prima di procedere con un’eventuale induzione al parto.
Quando tutto procede per il meglio, si cerca di seguire la fisiologia del parto e di intervenire il meno possibile. Il monitoraggio cardiotocografico non è continuo ma ad intermittenza. Si lascia alle gestanti la possibilità di utilizzare le posizioni che sentono più confortevoli sia durante il travaglio che il parto. Si cerca inoltre di garantire da un lato la massima sicurezza per la donna ed il bambino, dall’altro di valorizzare il ruolo attivo della mamma durante la nascita del/la figlio/a.
Sei giunta a termine di questi lunghi nove mesi. Abbiamo cercato di darti una panoramica il più esaustiva possibile su tutte le indagini che hai effettuato o che effettuerai. E soprattutto abbiamo cercato di spiegarti quando e perché si eseguono questi esami. Tutto viene fatto nell’interesse supremo del benessere tuo e del tuo bambino che sta per nascere.

>>> Clicca qui per scaricare il Calendario degli esami in Gravidanza da stampare <<<

Auguri mamma! 

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